Pause Verdi: il Tevere

Pause Verdi: il Tevere

La città è anche le sue pause verdi. Parchi, giardini, corti interne, orti botanici, aree in via di trasformazione, lungomari, lungofiumi.
Pause che sono la poesia di una città, l’accapo di un verso nel senza fiato quotidiano. Nel nostro horror vacui fanno da inciampo, motivo di incontro con gli altri e con noi stessi.



Siamo a Roma. Dentro – sopra e sotto da nord a sud – c’è il Tevere. In principio ragione di vita della città, ne è stato successivamente allontanato dagli alti argini artificiali. Oggi, diviene oggetto da difendere e fonte di nuove ispirazioni: da elemento congelato nel passato si va manifestando come risorsa futura.

Il fiume – alare, con le sue sponde – è un nastro che cala dal Ponentino sulla pianta di Roma. Ha un particolare carattere calligrafico, con andamento bustrofedico tra un’ansa e l’altra che fa 18 giri. Il Tevere è l’ABC dell’espressione primordiale di Roma, e protegge silenzioso una carica in potenza: il ridefinire le relazioni spaziali e quelle dei cittadini.

Il ritmo del suo corso in basso, sulle rive, è atipico, e qui perfino i suoni sono diversi. C’è quella curva al Ponte Rotto, scendendo a valle dall’Isola Tiberina, che ha un cambio di bpm da grave a vivo, per poi calare lento il doppio poco dopo, allargandosi a Roma sud. È qualcosa che incide sul cuore.
Poi, a vederlo dall’alto è uno splendore. C’è un punto del Vaticano, ai Musei, che gode di una visione privilegiata: in cima al Nicchione, nel Cortile della Pigna, se ne coglie la profondità di respiro, e il Tevere serpeggia verde oltre l’occhio di Ponte Sisto fino ai gazometri, per poi sfuocare all’orizzonte.

I platani lo marcano ai lati da più di un secolo. 27 ponti lo sovrastano (di cui 5 pedonali). 35 Km di pista ciclabile lo accompagnano. Aree semi naturali lo puntellano appena fuori dal centro storico. Tra amministrazioni, associazioni culturali, artistiche, del territorio, e attività sportive che si affacciano sull’acqua è in corso una lenta riappropriazione. Non alla maniera di Garibaldi che ne avrebbe voluto fare un viale calpestabile, interrando e deviando il fiume al tempo delle discussioni sui muraglioni. Ma alla maniera moderna che guarda agli equilibri ambientali e sociali, alla necessità non solo di preservare, ma anche valorizzare le potenzialità verdi – pubbliche – di una città che, fortunatamente, ne è molto ricca. 


Pause Verdi è la rubrica che Biosfera dedica ai luoghi che interrompono le conformità dell’ordito urbano. Piazze, aree verdi, strutture rigenerate: luoghi di aggregazione, meditazione, connessione con la città e la contemporaneità. Una cesura nei vari livelli di isolamento e autosegregazione che caratterizzano le strade e le palazzine dei centri urbani.

Autore

Storica dell'arte e autrice di base a Roma, ama viaggiare in solitaria per nuove ispirazioni. Scrive articoli, racconti e poesie. Ha pubblicato rubriche per Exibart on Paper, Inside Art, Arte e Cronaca, Marco Polo. Specializzata in arte contemporanea con master in business, è tour designer e guida turistica a Roma per visite private, e collabora a programmi di Università italiane e statunitensi.
È autrice e voce di Il Mio Bestiario, podcast settimanale con "brevi storie di animali strani molto umani".