Spazio Kor: benessere culturale

Spazio Kor: benessere culturale

A fine 2020, abbiamo chiesto a 18 diverse firme di vedere il bicchiere Mezzo Pieno e provare a capire cosa salvare dell’anno della pandemia.
Ora abbiamo deciso di approfondire alcuni degli spunti emersi e dei temi che ci stanno più a cuore, e iniziamo il 2021 dando voce ai nuovi centri culturali che sorgono in spazi rigenerati. A partire da Spazio Kor di Asti, che ci parla di come un presidio culturale rappresenti per una comunità un luogo di confronto e benessere.


Spazio Kor rappresenta un punto di riferimento per la ricerca e l’innovazione in ambito teatrale. Si è auto-definito negli anni come luogo aperto e sicuro, luogo di confronto e di benessere.

Spazio Kor è un progetto nato nel 2016 per creare un’identità condivisa per il Piccolo Teatro Giraudi, appena dato in gestione a CRAFT.
Lo spazio è la chiesa sconsacrata di San Giuseppe di Asti, architettura barocca restaurata dal Comune di Asti nel 2016 e convertita in un affascinante teatro. Nasce per portare ad Asti, in modo continuativo, un teatro diverso da quello delle tradizionali programmazioni, ma soprattutto per dare una casa condivisa a chi quel teatro lo crea e al pubblico che lo ama. Un progetto pensato per la comunità che negli anni è cresciuto e mutato con la comunità stessa. Il nome dato al progetto culturale nasce dai primi temerari spettatori che si sono trasformati in gruppo all’interno della chiesa e hanno creato un nome, un senso e una relazione umana e culturale.

Il progetto culturale si evolve e arriva a questa rivoluzione per seguire l’evoluzione della comunità stessa e dei suoi stimoli. Spazio Kor è il luogo ideale per far nascere una nuova esperienza culturale (anche in un periodo di forti cambiamenti), rappresenta un punto di riferimento per la ricerca e l’innovazione in ambito teatrale, ma soprattutto si è auto-definito negli anni come luogo aperto e sicuro, luogo di confronto e di benessere. Il progetto culturale si contraddistingue per una forte vocazione all’innovazione e alla capacità di adattare le proprie attività operative alle variabili esterne ma tenendo fermi i valori e gli obiettivi culturali e sociali.

Il 2020 ci lascia sicuramente molto provati, ma sempre più convinti che il progetto culturale di Spazio Kor e la volontà di contribuire al benessere della comunità abbiano sempre più senso di esistere, in particolare alcuni eventi e progetti portati avanti nello scorso anno ci convincono di questa “necessità”.

Nel pieno del primo lockdown invernale abbiamo lanciato la call Mi Manca il Teatro Perché, rivolta al pubblico e agli operatori per raccogliere emozioni e pensieri legati al momento di isolamento e lontananza dalla frequentazione dei teatri. Quando a inizio luglio abbiamo riportato sul palco il primo spettacolo e aperto le porte alla nostra comunità, ospitati all’interno del Teatro Alfieri, tutti quei pensieri popolavano la platea distanziata attraverso centinaia di cartelli coloratissimi che riportavano le frasi raccolte. Quella fortissima emozione, nostra e del pubblico finalmente tornato ad applaudire dal vivo, ci hanno accompagnato durante tutta l’estate fino al Festival Astiteatro.

Capire che il rapporto tra Spazio Kor e il suo pubblico, bruscamente interrotto a metà della stagione 19/20, potesse restare acceso e arricchirsi di una nuova forma di coinvolgimento senza esserne sostituito, ci ha confortato molto. Sapere che non stava svanendo tutto il lavoro ma addirittura mancavamo a qualcuno, è stata una bellissima conferma di quanto fatto. In fondo, solo delle persone e delle emozioni importanti e necessarie sentiamo la mancanza.

Una seconda fortissima sensazione che ci porteremo dietro in futuro è legata alle attività portate avanti negli ultimi mesi dell’anno con la progettazione e il lancio della stagione Oltre per il 20/21. La nuova stagione inizia a rendere concreto il nostro pensiero sul rapporto cultura/benessere attraverso le nostre attività, di voler essere accessibili sempre e sicuri nelle fragilità che ci troviamo e troveremo ad affrontare. A inizio 2020 abbiamo conosciuto Chiara Bersani e Giulia Traversi e sentito che il loro lavoro ci poteva arricchire profondamente e incastrare perfettamente nel cammino in corso con la nostra comunità. 

Possiamo creare qualcosa di utile, possiamo farlo se non siamo isolati.

In questo anno di Zoom e distanziamento fisico, abbiamo iniziato a capire chi siamo, soprattutto attraverso la vivissima relazione con le comunità. Lo abbiamo capito dal punto di vista professionale attraverso ADA, una rete di enti culturali e sociali astigiani che hanno messo al centro delle proprie strategie il rapporto con il pubblico.

Riassumendo brevemente di questo anno di sospensione salviamo quelle poche emozionanti e coinvolgenti cose che abbiamo capito. Possiamo creare qualcosa di (sempre più) utile, possiamo farlo se non siamo isolati e quindi se agiamo per e con altr*. Sappiamo però che per farlo avremo bisogno di tornare a trovarci e sognare assieme, per davvero.

Autore

L’Associazione CRAFT è nata nell’aprile del 2014 dalla collaborazione di un gruppo di professionisti che si occupano di progetti in vari ambiti dell’arte e della cultura a livello cittadino, regionale, nazionale ed internazionale. Nel 2016 ha creato lo Spazio Kor ad Asti. Pur partendo dal mondo del teatro d’innovazione, ha portato avanti progetti di successo in vari ambiti culturali e creativi.