Gli ‘art based spots’ di Wide

“Queste espressioni diventano parte del tutto: non corpi estranei che cercano spazio, ma componenti eterogenee di uno spazio poliedrico e multiforme”.

WIDE – Art based spots

Per avviare il primo programma di residenze artistiche delle Industrie Fluviali, abbiamo iniziato a ragionare sulle Industrie Fluviali stesse. Sul legame fra i luoghi e le persone che li abitano, interrogandoci sul rapporto fra questi due attori. Come poteva l’azione artistica trasformare incisivamente uno spazio che è trasformativo per natura, e come poteva lo spazio diventare più di un semplice contenitore per le artiste e gli artisti che avrebbe ospitato? Per garantire accoglienza, strumenti e metri cubi all’interno dei quali intervenire, non serviva un programma specifico di residenze artistiche: sarebbe stato sufficiente perseguire la quotidiana azione di questo hub. Con WIDE, abbiamo invece voluto portare le Industrie Fluviali in una dimensione di autocoscienza attraverso cui eviscerare un’identità che non si limita all’edificio, e nemmeno a ciò che accade al suo interno, ma che si compone delle spinte che ne hanno determinato la nascita e ne caratterizzano quotidianamente l’essenza. E sfruttare queste specificità come sponde per alimentare l’elaborazione creativa che avrebbe portato alla nascita delle opere d’arte.

Consapevoli delle ambiguità che gravano su uno spazio ibrido in termini di percezione, abbiamo deciso di coinvolgere artiste ed artisti che potessero esprimersi tramite media diversi nella cornice di una serie di legami. Il legame con l’esterno, il fuori: con il territorio che è fra gli elementi costitutivi delle Industrie Fluviali. Il legame con la storia, con le radici, con un secolo di vicissitudini la cui eco sagoma ancora oggi le forme di questi luoghi. I legami che intercorrono fra le persone – le comunità che agiscono cooperando per raggiungere uno o mille scopi attraverso l’insieme di tante singolarità – e che sono doppiamente significativi per le Industrie Fluviali: ne sono al contempo ritratto e metafora. 

Il legame, infine, fra queste diversità. Legame naturale per uno spazio ibrido ma che, come detto, necessita di una narrazione composita affinché se ne percepisca la compiutezza.

The Giants, l'opera di street art di Geometric Bang per WIDE art based spots
The Giants di Geometric Bang, veduta aerea
Teste di Rapa, l'opera di street-art di Alleg per WIDE art based spots
Teste di Rapa di Alleg

Ecco, dunque, che il rapporto con l’esterno trova rappresentazione negli spazi all’aperto, con le opere di Geometric Bang e di Alleg che – insistendo su concetti quali l’intelligenza collettiva, la diversità, la multiculturalità – hanno dato un nuovo profilo alle due terrazze abbracciate dalle finestre del quartiere. Ecco, dunque, che presente e passato si intrecciano con i fili di lana che Carla Rak ha impiegato per il suo Storie di Spazi, proprio quella lana che ha dato origine al lavatoio lanario Sonnino dove oggi sorgono le Industrie Fluviali e che ci riporta alle vite delle operaie che ne erano cuore e motore. Ecco, infine, che queste espressioni diventano parte del tutto: non corpi estranei che cercano spazio, ma componenti eterogenee di uno spazio poliedrico e multiforme.

Storie di Spazi di Carla Rak per WIDE art based spots
Storie di Spazi di Carla Rak

WIDE – art based spots è un progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, vincitore dell’Avviso Pubblico “Estate Romana 2022 – Riaccendiamo la Città, Insieme” curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato da Pingo in collaborazione con SIAE.

Autore

Copywriter e cultural manager alle Industrie Fluviali.