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Portofficina 03 – Report

Portofficina è un progetto per l’attivazione e il ripensamento del quartiere Ostiense, volto a sperimentare la progettazione partecipativa nei processi di rigenerazione urbana. Il primo incontro è stato dedicato alla conoscenza reciproca e ad un primo approccio alle tematiche da trattare.

Il gruppo

Al terzo incontro hanno partecipato 18 persone, a maggioranza femminile e di età media più elevata rispetto ai precedenti. Si registra quindi un calo di presenze che stiamo problematizzando per capirne i motivi. Tuttavia, segnaliamo anche che, da un lato, si è consolidato un gruppo di veteran* dediti al progetto, dall’altro, Portofficina ha cominciato anche a farsi conoscere e a raggiungere altre persone e realtà interessate a capire le dinamiche del percorso. Fra i nuovi arrivati troviamo cittadine storiche del quartiere, imprenditori, ma soprattutto persone non del quartiere curiose di capire cosa stiamo costruendo con il nostro progetto!


I portatori di interesse

Stringendoci intorno al nostro albero dei problemi, come primo passo abbiamo riflettuto sul fatto che, come l’albero fa parte di un ecosistema, anche noi, nel nostro quartiere, non siamo soli! Quindi, abbiamo identificato quali sono i portatori di interesse. Innanzitutto, ci sono i residenti e soprattutto gli anzian* che però hanno pochi servizi dedicati. D’altra parte, l’assenza di scuole e parchi giochi disincentiva la presenza di famiglie e bambin. Ci sono poi anche i lavorator da remoto e le casalinghe (qui purtroppo ancora non possiamo usare l’asterisco). Vengono citate le persone che frequentano la zona come student, i lavorator, ma anche sportiv* e camminator, fruitor di attività culturali e gastronomiche. E come non considerare anche i commercianti e le organizzazioni attive nella zona?! Non dobbiamo neanche lasciare fuori poi gli animali … e i loro padroni!

Interessante è il fatto che nessun partecipante abbia evidenziato il ruolo dell’ente pubblico, denunciando un certo senso di “abbandono” da parte del comune: Ostiense è percepito come un luogo “di confine” che è sempre stato schiacciato dai vicini quartieri come Garbatella e Testaccio. Tuttavia, il pubblico, e in particolare il Municipio, sono un alleato fondamentale per questo progetto che mira al bene comune della nostra comunità.

Le proposte

Definiti problema, cause ed effetti, dimensioni su cui POSSIAMO intervenire e stakeholders… è il momento delle proposte! Ovviamente c’è tanta voglia di piazza, ma guardandoci ci siamo resi conto che la soluzione non può essere rappresentata da uno spazio, il cambiamento parte da noi e da come questo spazio lo viviamo. Presa coscienza della complessità burocratica, amministrativa e dell’insufficienza delle risorse per progettare una piazza, è seguito un momento di sconforto, poi R. se ne esce con un “Forse dovremmo pensare allo spazio come contenuto e non come contenitore” e L. rilancia “sì! infatti, tutto il quartiere può essere visto come una piazza”. Da questo momento entriamo in un vortice di idee e proposte., in cui lo scambio, la condivisione e la reciprocità fanno da protagoniste.

Dal punto di vista progettuale, è emersa come prima idea per unire le persone che vivono il quartiere un’agenda comune di Ostiense per mettere al corrente la comunità di tutte le opportunità di aggregazione che ci sono (quanti di noi non sono mai entrati a Portofluviale occupato? Quanti non erano mai stati nelle Industrie Fluviali?). In questo modo si fa fronte anche alla mancanza e alla frammentazione delle informazioni rispetto a tutto ciò che accade intorno a noi. Questa può avere la forma di un blog online, fruibile anche da codice QR diffuso in tutto il quartiere, oppure di un giornale cartaceo, per riportare in auge la “Voce dell’Ostiense”. L’agenda comune potrebbe fare da apripista a pratiche di co-programmazione per realtà del territorio, rafforzando relazioni, moltiplicando l’impatto della singola iniziativa. La questione identitaria rimane fondamentale per un quartiere che ancora non si riconosce così bene, che c’è chi propone di pensare ad uno slogan (ma questa parola non ci piace), c’è chi pensa ad una campagna di comunicazione e chi invece crede che possa essere più divertente lanciare delle sfide e riconoscerci, trovando magari dei simboli identificativi, come per esempio l’esposizione di piante nei nostri balconi! Altri pensano che basterebbe organizzare delle passeggiate abitualmente per vivere, sentire e raccontare il quartiere.

Si fa strada anche l’idea di una portineria di quartiere, in una sola sede o magari diffusa, in cui lo scambio può concretizzarsi in un dare e ricevere che costruisca fiducia.
Infine, siamo convenuti sul fatto che possiamo davvero fare tante cose e ripartire da noi con delle piccole attenzioni quotidiane sul lato comunicativo: salutiamoci per strada e sorridiamoci, raccontiamoci le nostre storie e condividiamole nostre, insomma facciamoli vivere questi spazi!


Le conclusioni

Alla fine del terzo incontro siamo tutti d’accordo che la famosa piazza mancante di Ostiense in realtà deve diventare tutto il quartiere! Non ci possiamo concentrare su uno spazio definito quando quello che manca è proprio l’attivazione della comunità che lo vive. Iniziamo a progettare insieme per ricostruire le relazioni e creare quell’humus fertile su cui poi innestare tutto quello che vorremo! Ma senza il noi, non c’è alcuna piazza.

A questo punto, è ora di scendere in campo: la passeggiata comunitaria ci aspetta sabato 6 maggio per riscoprire e rivalutare quegli spazi che ogni giorno frequentiamo tramite le nostre storie e le nostre presenze. Ci troviamo alle 16.30 in via del Campo Boario, altezza Piramide.

Seguirà, l’ultimo – decisivo – incontro il 22 maggio alle 17.30 per decidere insieme su quale delle varie proposte concentrare le azioni future di Portofficina.
Vi lanciamo una sfida: portate con voi un’altra persona interessata alle trasformazioni quartiere e facciamo una bella squadra!

Portofficina è un progetto a cura delle Industrie Fluviali, con il supporto dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America