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Portofficina 02 – Report

Portofficina è un progetto per l’attivazione e il ripensamento del quartiere Ostiense, volto a sperimentare la progettazione partecipativa nei processi di rigenerazione urbana. Il primo incontro è stato dedicato alla conoscenza reciproca e ad un primo approccio alle tematiche da trattare.

Partecipanti

Anche questa volta il gruppo era formato da 25 partecipanti, di cui 9 nuovi rappresentanti dell’Università, di attività commerciali, ricreative e sociali. Il gruppo quindi, giovando anche dei nuovi punti di vista, mantiene caratteristiche eterogenee ma è accomunato dall’interesse verso il quartiere.


La metafora

Dopo un riepilogo dello scorso incontro, abbiamo iniziato l’incontro immaginando una metafora o un simbolo per descrivere il quartiere com’è oggi e come lo vorremmo domani. Dalle restituzioni, emerge che oggi l’immagine del quartiere è quella di una strada grande, di passaggio, trafficata, senza possibilità di incontro e di incrocio, dove ognuno pensa alla propria cella come in un “alveare”. Di contro, l’immagine che ci auspichiamo è quella di un’agorà circolare, “un ecosistema” verde che faciliti l’incontro, lo scambio, l’aggregazione e il dialogo come in un “formicaio”.

Da queste riflessioni si apre la discussione sulla necessità di uno spazio aggregativo verde: si parla quindi del polo museale ATAC, dello spazio interno alla parrocchia S. Benedetto da Norcia, e dei Mercati generali (Mercati generali!? Chi ha detto Mercati generali? Nessuno, I mercati generali non esistono!).

I riferimenti

Abbiamo cominciato quindi a farci un’idea di come ci piacerebbe il nostro quartiere a partire da dei riferimenti concreti positivi. In tema di spazi verdi, la maggior parte dei partecipanti ha citato un parco, spazi separati dal traffico e dalla frenesia, incontaminati e con ricchezza di biodiversità. Pochi invece hanno fatto riferimento a spazi “recuperati” dalle strade, con semplici interventi urbani. In entrambi i casi però, ciò che viene apprezzato è la presenza di attività e servizi ricreativi interni. Per quanto riguarda esempi di spazi di aggregazione, consideriamo spazi che aiutino l’incontro, grazie alla presenza di attività commerciali, servizi e di portici. Le isole pedonali sono soluzioni semplici che possono rappresentare un buon riferimento.


L’albero dei problemi

Prima di concludere, abbiamo quindi delineato l’albero dei problemi relativamente al tema emerso come centrale: la mancanza di spazi verdi di aggregazione. Le cause possono sintetizzarsi in radici economiche (interessi, speculazioni), infrastrutturali e urbanistiche (piani regolatori inadeguati, zona di passaggio, viabilità, mancanza di servizi e di spazi adeguati) sociali e culturali (manca il senso comunitario e civico, sfiducia nella burocrazia e nelle competenze della PA), e infine storiche (il passaggio da quartiere industriale a quartiere di passaggio). Da questo, ne derivano gli effetti: gli interessi economici immobilizzano gli spazi e promuovono la cementificazione, mentre dilagano l’abbandono e il menefreghismo. La mancanza di servizi e la cattiva pianificazione generano ulteriore disgregazione, disaffezione verso le istituzioni e quello che abbiamo definito “effetto autogrill” (formula alternativa per indicare i comportamenti usa e getta): le persone vengono nel quartiere solo per rispondere a un determinato bisogno, per poi andarsene, senza effettivamente trattenersi e conoscere.


Le conclusioni

In questo contesto, dove possiamo andare ad incidere? Cosa possiamo fare? In che modo? Come alla fine dello scorso incontro, si è riaffermata la dimensione comunitaria e sociale: dobbiamo ripartire dalle relazioni, dalla socialità e dalla fiducia per prenderci cura di ciò che è condiviso ovviando al menefreghismo e al disinteresse, recuperando le storie del nostro quartiere, dei suoi spazi e delle persone che ci vivono… e raccontiamocela! Come ogni porto, anche Ostiense vuole mantenere le caratteristiche di apertura e accoglienza per essere un luogo di scambio e arricchimento e non solamente di passaggio!

La prossima volta sarà proprio da qui che ripartiremo dal Porto e dalla necessità di Scambio, per iniziare a costruire insieme: vi aspettiamo il 17 aprile alle 17.30, sempre a Industrie Fluviali!

Portofficina è un progetto a cura delle Industrie Fluviali, con il supporto dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America