Portofficina è un progetto per l’attivazione e il ripensamento del quartiere Ostiense, volto a sperimentare la progettazione partecipativa nei processi di rigenerazione urbana. Il primo incontro è stato dedicato alla conoscenza reciproca e ad un primo approccio alle tematiche da trattare.
Partecipanti
25 persone hanno partecipato al primo incontro, il gruppo presenta caratteristiche eterogenee: equa divisione di genere, partecipanti di età compresa fra i 21 e i 75 anni, una bambina e addirittura un cane!
Erano presenti membri del comitato di quartiere, rappresentanti della pubblica amministrazione, abitanti del quartiere, studenti di sociologia e architettura, professionisti di varia natura interessati al processo e rappresentanti di associazioni culturali e imprese locali. Grandi assenti all’incontro i commercianti del quartiere, nonostante il lungo lavoro di comunicazione ed engagement mirato a questo specifico target.

Il sondaggio
Dopo un primo momento di presentazione, abbiamo cominciato a muoverci e giocare con un sondaggio vivente. Cominciando da un dato positivo, eccetto un partecipante, tutti sono felici di vivere/lavorare nel quartiere.
Abbiamo provato a capire le abitudini in termini di mobilità e gli spostamenti su gomma si aggiudicano il primo posto, seguono i mezzi pubblici, solo 5 partecipanti dicono di usare i vari servizi di sharing, la bici è una remota possibilità!
Ostiense è caratterizzato da un’alta presenza di bar e ristoranti, nonostante ciò, solamente il 15% dei partecipanti dice di frequentare questi locali, ma in realtà il 90% dice di non gradire il tipo di offerta presente nel quartiere, il 70% dichiara di passeggiare nel quartiere a tempo perso, ma solo il 50% si sente davvero sicuro per strada. La diversa percezione della sicurezza è stata motivo di dibattito, anche animato, fra i partecipanti.

Non c’è dubbio invece sulla necessità di verde e di una piazza. Che si tratti di un parco, di pareti o terrazze verdi, di aiuole o di viali più alberati e strade pedonalizzate, non c’è esitazione, si registra una sola voce fuori dal coro e una titubante, ma per il resto i partecipanti sono uniti sul fronte più verde, più spazi pubblici accoglienti!
Anche per quanto riguarda il maggior utilizzo di energia pulita e rinnovabile il gruppo risponde unanimemente, tutti vorrebbero aver accesso a fonti di energia rinnovabile ma nessuno in questo momento ne fa uso; i motivi sono molteplici: per mancanza di risorse, difficoltà procedurali o insussistenza di condizioni per l’impianto. Il gruppo sarebbe interessato ad avviare un discorso in tal senso.
L’identità è una questione scottante. Solamente 6 partecipanti credono che Ostiense abbia un’identità definita e per 20 persone la street art è un elemento identitario del quartiere.
A conclusione del sondaggio, voci fuori campo segnalano che nel quartiere i prezzi degli affitti sono fuori mercato, situazione paradossale per un quartiere che vuole essere attrattivo per i più giovani, inoltre, anche qui esiste un forte rischio speculativo delle case-vacanze a solo uso turistico.
Le definizioni condivise
Abbiamo cominciato a mettere basi comuni definendo benessere, diversità e sicurezza.
Il benessere a volte, semplicemente, manca, per altri è uno stato emotivo, per altri è la sussistenza di infrastrutture, per altri è il cibo, ma in definitiva è una dimensione di armonia collettiva; La diversità, se pur arricchente e necessaria, da alcuni è stata vista come fastidiosa e a volte difficile; la sicurezza per pochi dipende dalla normativa, per altri è infrastrutturale (illuminazione, tecnologia), ma quasi tutti concordano che in fondo è una questione relazionale, di fiducia e comunicazione.
La mappa
Prima di darci appuntamento per il prossimo incontro, abbiamo tracciato i confini di Ostiense, per essere sicuri di essere tutti allineati ed infatti così non è stato! Gli abitanti storici del quartiere hanno idee ben chiare, i nuovi arrivati invece percepiscono i confini permeabili e non sempre definibili.
Quale sarà il prossimo territorio da annettere ad Ostiense?!
Ci vediamo lunedì 3 aprile alle 17.30 per scoprirlo!

Portofficina è un progetto a cura delle Industrie Fluviali, con il supporto dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America