Gli Appunti dalle Città in Piena sono il contributo di Anna Scirè alle serate di Metronauti, il radio live show di Valerio Mirabella e delle Industrie Fluviali. Brani che setacciano in verticale quel gigantesco organismo vivente che chiamiamo città traendo ispirazione dagli ospiti che, di volta in volta, si alternano ai microfoni di Metronauti.
Li pubblichiamo su Biosfera, ma si possono anche ascoltare dal vivo sulla terrazza delle Industrie Fluviali e in podcast su Spreaker.
Ascolta “METRONAUTI #2 – Ospiti Wow Incendi Spontanei (11/06/21)” su Spreaker.date loro ragione e sentimento,
Anna Scirè
date loro occhi socchiusi contro il vento,
date loro le vostre penne, le vostre piume
date loro i pesci calmi che coi loro corpi caldi controcorrente risalgono il fiume
I Metronauti dell’11 giugno sono stati Olympia, Giuliano Logos e Matteo Bussotti, membri di WOW Incendi Spontanei, il collettivo la cui azione artistica ruota attorno alla poesia performativa. È stata l’occasione per assistere alle performance dei tre, e si è parlato delle origini del Poetry Slam, di fidanzate assenti e di Sardegna. Ma sopratutto si è parlato di poesia, iniziando dagli Appunti dalla Città in Piena di Anna Scirè che hanno dato inizio all’incontro.
Verranno a dirvi che la poesia è sfinita
stanca, infreddolita,
intirizzita in un angolo
e ogni tanto le parte un lungo-
-rantolo
di freddo e sfioritura,
verranno a dirvi che la poesia
è una caricatura,
un volto in affanno
in un perenne autunno
che la rosa è appassita
che la musa è partita
e sui binari lunghi come scie d’aereo
non è rimasto niente, vi diranno,
e persino i binari, come le scie, scompariranno.
E se verranno a dirvi che la vostra generazione è morta,
date loro fuoco.
E se verranno a dirvi che la storia
non importa,
date loro memoria,
anche solo un poco.
Verranno a chiedervi il conto
date loro un canto
verranno a chiedervi pigione
date loro ragione
date loro ragione e sentimento,
date loro occhi socchiusi contro il vento,
date loro le vostre penne, le vostre piume
date loro i pesci calmi che coi loro corpi caldi controcorrente risalgono il fiume
date loro le foglie cadute che amoreggiano con il sottobosco
date loro il fungo e date loro il muschio
date loro la luna alta e le sue lupe
date loro le mani dei nonni, i piatti con le crepe
date loro i fischi dei treni
date loro le mani senza freni
date loro un tasso che prepara la tana
date loro il bere a una fontana
date loro una madre e un padre, che se anche tu non fossi mio padre, per te stesso egualmente
di più
date loro sovrumani silenzi, e profondissima quiete
date loro i temporali d’estate, le formule segrete,
dite loro che sì, tornerà un altro inverno,
ma niente è per sempre, anche se è eterno,
e oggi noi siamo qui bollenti
popolo delle metropoli stupefacenti
meticce moltitudini
urbane irrequietudini
e c’è bisogno di sentirsi e tenersi
le mani e i versi
sennò restiam così, trafitti
da un raggio di sole,
così fa Grande Stella quando siamo come lui, soli,
soli nel cuor della terra,
pensa che altrove davvero esiste la guerra
di più
date loro almeno un milione di scale
da scendere giù a braccetto con la fragilità di qualcuno che amate,
e stiam come d’autunno sugli albe-
di più
perché noi non siamo soldati,
siamo capaci di paci impossibili, di gesti mai sperati
e dichiariamo a gran voce
che la poesia è il più veloce
mezzo di comunicazione di massa
ufficialmente
apriamo la stagione dei poeti,
ufficialmente dichiariamo obbligatori i baci e le urla e i silenzi e le stranezze
e le liriche ebbrezze
bucoliche e metropolitane
sotterranee e volatili con musica sui tetti
di più
saggezze africane
beat benedetti
serate romane
rischiaraci Ungaretti
illumina d’immenso noi e quegli altri, loro e voialtri
regalaci il sapere e il saper andare oltre-
-le separazioni, le polarità
regalaci l’unisono delle città
il palpito sincronico dei treni delle metro
il flusso per le strade come un essere unico
serpente metronautico di voglia e movimento
le lingue che si mischiano nell’affratellamento
e ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade
ho voglia di salire sopra i tetti ad osservare
di più
giuro di dire
la verità, ombre di verità, a volte la verità.
E vogliamo la ribellione, l’indipendenza
la libera rivoluzione delle idee e dell’irruenza.
Vogliamo dare valore alle voci che sperano
e prestare urlo a quelle che tremano.
Verranno a dirvi di cercare un lavoro serio
e allora date loro un putiferio
di travagli interiori
di quelli solo vostri e sono veri,
pescati dalla vostra storia,
dalle cene a tavola in cui avete taciuto,
dagli abbracci troppo corti in cui non avete neanche respirato,
ognuno dovrebbe guardare la terra in cui poggia i piedi,
andare vicino finché l’occhio perde il fuoco
e scavare fino a trovare l’acqua
sentire l’umido sulla punta delle dita che inumidisce le labbra e gli occhi
ritrovare il fuoco
ritrovare il serio nella verità del gioco
quella terra baciarla
riconoscere i fossili di se stessi
quello che resta e ancora germina
il canto che comincia e che mai termina
che non vuol più essere chiamato utente
consumatore, gentile cliente,
che vuol essere chiamato AMORE!
E che ci frega se vi piace, che ci frega del mi piace, noi vogliamo essere AMATI,
vogliamo poter venire nudi ed affamati
sedere sgraziati, ritrovarci cambiati,
moriamo ogni giorno ma siamo sempre rinati
e non ci frega se vi piace, noi vogliamo essere amati,
vogliamo i sensi insensati
vogliamo assensi estasiati
perché la poesia vuol essere amata anche quando si comporta male, malissimo
la poesia come diceva Lorca non cerca seguaci, cerca amanti
cerca modi smodati e contaminanti, tantissimo,
vogliamo che nel vostro palinsesto
ci sia posto per il nostro manifesto
e pretendiamo di sognare oggi, e fortissimo.
“La poesia è l’arte di far entrare il mare in un bicchiere”
e riesco a intravedere
Calvino e quegli occhi alla frontiera
abbasso ogni bandiera
di più
abbasso il volume di ogni cosa,
restiamo nel fresco di una chiesa
senza statue, né eroi
senza dei, solo noi,
il tempio principe delle ore intime,
santuario elementare della presenza
la distanza dissolta, l’irriverenza.
Verranno a chiedervi del nostro amore,
verranno a prendervi in primavera,
verranno a chiedervi di ogni errore,
date loro la religione semplice dell’essere insieme qui, stasera.
—Anna Scirè
Direttore artistico del Rome Psych Fest, fondatore della webradio The Roost e del Folk Fest, ideatore e conduttore di That’s All Folks: Valerio Mirabella è un narratore di musica, capace di dare voce a retroscena, percorsi, dettagli e grandezze di chi vive di musica o per la musica. Partito dal Cafè Fandango, il suo live show radiofonico è stato trasmesso da club piccoli e grandi con la vocazione per la musica dal vivo: Angelo Mai, Circolo degli Artisti, Ausgang, Lanificio 159, 2N, Grandma Bistrot, 2Periodico Café.
Metronauti è la sua ultima creatura.