Notizie, approfondimenti, opinioni: una breve selezione di articoli dall’Italia e dall’estero che meritano un minuto di attenzione.
Un elenco di considerazioni sul ruolo politico dell’impresa sociale. Dall’influenza che sanno esercitare attraverso l’impiego di buone pratiche alla fatica di comunicare con i soggetti che più gioverebbero dalla loro azione.
L’impresa sociale fa politica? di Gianfranco Marocchi
“Nella fase in cui l’impresa sociale andava delineando il proprio originale modello, il tema della valenza politica del proprio agire è stato sviluppato enfatizzando gli aspetti operativi, a significare che la costruzione di una diversa società non era auspicata in proclami e dichiarazioni, ma si realizzava concretamente in una forma di impresa inedita capace di sperimentare al proprio interno i valori di solidarietà, integrazione ed uguaglianza.”
Partendo da un saggio di Frank Furedi, Christian Raimo si interroga su come la società abbia cambiato gli strumenti per affrontare le questioni collettive, sostituendo la piscologia alla politica.
I Due Vuoti di Christian Raimo
“Uno degli elementi che Margaret Thatcher usò per sfiancare i sindacati fu la proposta di spesare le spese psicologiche degli operai che avrebbero perso il lavoro. Non più conflitto, non più diritti, non più coscienza di classe, ma una serie di individui soli, vittime del tempo, pronti più che ad autodeterminarsi, a farsi consolare, circonfusi da un affetto tossico come il gin di stato di 1984.”
In Ungheria, la pandemia è il velo dietro cui nascondere l’ennesima azione liberticida del governo di Orban
Con la scusa del coronavirus, l’Ungheria sta per cancellare le persone transessuali di Monica Coviello
Se invece il disegno di legge fosse approvato, secondo l’Hungarian LGBT Alliance, le persone transessuali sarebbero costrette a utilizzare documenti che non corrispondono alla loro identità e al loro aspetto: questo li esporrebbe a potenziali discriminazioni sul lavoro, mentre cercano una casa o mentre affrontano gli iter burocratici.
Su IL Magazine, uno sguardo approfondito sul mutato ambientalismo italiano, che non trova sufficiente rappresentanza politica ma può conta su nuove forze e nuove idee.
L’Ambientalismo italiano cambia volto di Emanuele Bompan
«Sono le donne i soggetti più colpiti dalle conseguenze degli stravolgimenti planetari e dagli eventi meteorologici estremi, e quindi sono loro i soggetti più attivi nelle proposte e nell’attuazione di soluzioni concrete, spiega a IL Marirosa Iannelli, 34 anni, presidente di Water Grabbing Observatory, che ha deciso di dedicare la vita al tema dell’acqua anche in rapporto con la salute femminile. Per l’eco-femminista Chiara Soletti, 33 anni, «l’ambiente è legato a doppio filo alla giustizia sociale. Ed è qui che le donne sono in prima fila, ancora una volta, a lottare per i loro diritti».
The Verge riporta le statistiche che testimoniano come le e-mail di phishing si siano adattate alla Covid-19.
Google saw more than 18 million daily malware and phishing emails related to COVID-19 last week di Kim Lyons
“Google riporta di aver visto, solo nella scorsa settimana, oltre 18 milioni di email di malware e phishing relative alla Covid-19 al giorno. La punta dell’iceberg delle oltre 240 milioni di messaggi di spam giornalieri legati al coronavirus.
Gli attacchi usano sia la paura che l’incentivo economico per creare urgenza e provare a ottenere una risposta del destinatario. In altre parole: stesse email, oggetto diverso.”
Da quando il lavoro da casa è divenuto fondamentale per il contenimento della pandemia, ritmi ed orari lavorativi hanno assunto contorni sempre più sfumati.
Se continueremo con lo “smart working”, ci servirà il diritto alla disconnessione di Simone Cosimi
“Smart working significa procedere per obiettivi, slegati dagli orari tradizionali e dal controllo asfissiante, e risponde a valutazioni più qualitative, per così dire. Al momento, invece, tanti lavoratori sono tumulati in casa – il che configura già di per sé una situazione diversa dallo smart working – e incollati 24 ore su 24 a un qualsiasi schermo.”
Vulture riporta della mole di progetti documentaristici legati al coronavirus già in produzione.
The Race to Make the First Coronavirus Documentary Has Begun di Chris Lee
“Almeno 20 documentari di varia lunghezza e formato, e relativi al coronavirus, sono attualmente in produzione o alla ricerca di fondi. Un gruppo guidato da acclamati documentaristi quali Laura Nix (Inventing Tomorrow), Janet Tobias (No Place on Earth), Drea Cooper (Flint Town), Liz Garbus (What Happened, Miss Simone?), e David France (How to Survive a Plague). Anche Jihan RObinson, produttore del documentario Get Me Roger Stone, sta lavorando ad un progetto collegato alla Covid-19 per Quibi, e Ron Howard sta dirigendo un documentario per National Geographic (ancora senza titolo) sullo chef José Andrés e la sua organizzazione umanitaria, la World Central Kitchen”
Su Taxi Drivers, una bella intervista ad uno dei registi di Antropocene offre spunti interessanti circa la comunicazione che ruota attorno all’imèpatto delle azioni dell’uomo sull’ambiente.
Antropocene – L’epoca umana: conversazione con il regista e direttore della fotografia Nicholas de Pencier di Carlo Cerofolini
“La filosofia del nostro film è di non essere didascalici ma nemmeno intellettuali. La scopo del film è di cercare di essere più emotivi e più empirici possibile. La speranza è che lo spettatore non essendo investito da così tante informazioni ne riceva un effetto più intenso e completo. Avere a che fare con le sole immagini spinge a essere più attivi, a riflettere sulla base di pensieri ed emozioni.“
La maggioranza dell epersone continua ad ascoltare per tutta la vita le canzoni del loro passato. Approcciarsi alla nuova musica superata una derterminata età può essere faticoso, al pari di ogni altro percorso di scoperta.
Why Do We Even Listen to New Music? di Jeremy D. Larson
“Ascoltare nuova musica è difficile. Non difficile come andare nello spazio o alla guerra, ma difficile rispetto ad ascoltare la musica che già conosciamo. Presumo che la maggior parte degli americani semplicemente non ascoltano nuova musica perché è facile rinunciare all’atto della scoperta quando subentranio lavoro, affitto, figli e la vita in genere.”
Una piccola segnalazione di Deer Waves, significativa in questi tempi che richiedono di concentrarsi lavorando fra bambini vivaci e vicini rumorosi.
Ascoltare musica mentre si lavora aumenta la produttività di Cristoforo Colombo
“Oltre a rendere più piacevole l’attività lavorativa, secondo uno studio, la musica sarebbe capace di aumentare la produttività e le performance cognitive dei lavoratori in età adulta, riducendo il livello di stress e contribuendo ad aumentare e tenere alta la motivazione. In parole povere, un sottofondo musicale contribuirebbe a farci lavorare in maniera più efficiente.”
Inoltre, in aprile abbiamo segnalato alcuni interessanti contributi relativi alle strategie per affrontare con un cambio di paradigma gli anni a venire, in questo articolo.
Leggi cosa ti sei perso a marzo.
Leggi cosa ti sei perso a febbraio.
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