Serra Empirica è un progetto a cura di Zaelia Bishop. È la terrazza botanica delle Industrie Fluviali, un giardino in divenire che attualmente ospita, fra le altre, dieci diverse piante rampicanti rare e insolite che andranno a costituire una verde volta fra i tetti. Ma è anche un ciclo di storie di intima umanità e universale esistenza. Un racconto di persone e di piante, e del rapporto che lega esperienza sensibile, curiosità e saperi.
Ecco allora, dalla Serra Empirica, la Araujia Sericifera.

L’Inquisizione Portoghese verso la fine del settecento si avvia, ancora non pienamente consapevole, verso l’abolizione.
In effetti avverrà nel 1821, e ancora ai tempi di questa storia mantiene tirati a lucido almeno due grandi tribunali, uno a Lisbona, l’altro a Coimbra. Li presiede entrambi Diogo Inàcio de Pina Manique, se non proprio un Inquisitore da romanzo gotico comunque un magistrato di rigidissimi sentimenti controrivoluzionari. Precisamente contrari a quelli che il primo vento dei moti francesi gli porta in casa, Illuminismo in cima. Ai propri ordini Pina Manique ha una efficiente e brutale squadra di agenti, che indaga in lungo e in largo per scovare segni della corruzione liberale. Confida in particolare, il magistrato, in un agente che tutti chiamano Quiçá, “chissà”, perchè pare poco sveglio e con la faccia di uno che è appena arrivato al mondo.
Invece, è una faina. In particolare Quiçá è alle prese con una figura che non gli quadra granchè: si chiama Felix da Silva Avelar ed è uno studioso di scienze umanistiche e diritto canonico, ha un volto malinconico e alla passione del canto liturgico unisce quella della botanica. Del suo passato, Quiçá scopre poche e tormentate tracce che rimandano ad un animo solitario e poco incline al timore reverenziale. Nato orfano di padre, ancora in fasce è separato dalla madre che, perduto il senno, finirà reclusa in un convento. Da adolescente Felix studia dai monaci, vorrebbe essere ordinato Diacono. Non ci riuscirà, eppure veste abiti ecclesiatici ogni giorno.
Conia per sè il titolo di Brotero che ricava dalle parole greche brotos e eros, amante dei mortali
Quiçá lo segue da tempo, sa che è vicino agli illuministi e che frequenta il poeta Filinto Elísio, illuminista dichiarato e molto inviso al Sant’Uffizio. In una occasione è anche riuscito, con la sua faccia stralunata e uno sciocco pretesto, a visitare il piccolo giardino botanico che Felix dedica alle specie autoctone portoghesi. L’ha ascoltato, Quiçá, quest’uomo così compito nell’abito talare, spiegargli con l’amore dello scienziato il vasto regno delle dottrine naturali. Ha annuito e sorriso, per nulla interessato agli erbarii, per nulla interessato ai rampicanti e ai misteri della botanica, per nulla interessato ad altro che non fosse lo stesso Felix da Silva Avelar.
Nel luglio del 1778 Pina Manique firma l’appello che il per nulla scemo Quiçá ha nel frattempo compilato, nella lista compare il botanico e scienziato Felix da Silva Avelar e il suo amico Filinto Elísio, poeta. Lasciare, e il prima possibile, il Portogallo è l’unica maniera di sfuggire al Sant’Uffizio, e così fanno: salpano dal porto di Lisbona, diretti a quello di Le Havre, in Francia.
Diogo Inàcio de Pina Manique Brotero
Per più di dieci anni Felix rimarrà a Parigi, frequentando i corsi di Storia Naturale, tanto allievo di Lamarck e delle teorie sull’evoluzione e l’ereditarietà di piante e animali, che di Vicq D’Azyr e le sue multiple dissezioni anatomiche en plein air. Attratto da circoli degli studiosi, partecipa con fervore alle dispute umanistiche che ingaggia con i suoi colleghi di corso. Segue la voga del tempo, e conia per sè il titolo di Brotero che ricava dalle parole greche brotos e eros, amante dei mortali. Diventa più che il suo nome di nascita, lo definisce colmo di curiosità scientifica e umana pietà verso ogni linfa vitale.
Serrandosi d’improvviso, il fiore di Araujia Sericifera intrappola gli insetti fino all’alba perchè siano intrisi del suo polline.
Ha accesso agli erbarii provenienti da mezzo mondo, in particolare quelli che il botanico Dombey aveva miracolosamente salvato dalle catastrofiche spedizioni sudamericane, ed è qui che Felix da Silva Avelar Brotero scopre l’Araujia Sericifera, rampicante peruviano d’origine e così tirannico nella crescita da stritolare le rovine contro cui cresce. Ne scova un esemplare ancora giovane nel Jardin des Plantes, è affascinato dalla struttura così simile agli intrecci di tendini e nervi del corpo umano e dalla micidiale grazia del fiore, che serrandosi d’improvviso, intrappola gli insetti fino all’alba perchè siano intrisi del suo polline.
Pianta crudele, la definisce. E deve davvero averla guardata a lungo, Brotero l’amante dei mortali.
La lunga stagione parigina si conclude con l’arrivo della Rivoluzione Francese, da cui Felix vuole allontarsi, sconvolto dalle violenze a cui assiste. Prepara dunque la sua partenza, in questi dodici anni lontano da casa è diventato Botanico, dottrina che ha unito alle scienze mediche, e ai misteri della Teologia e ha scritto e pubblicato un libro fondamentale, Compendio de botanica (1788) a cui aggiunge un Dizionario di termini botanici da lui ideati, e che diverranno la base di studio dei suoi successori. Questo è il bagaglio con cui fa rientro a Lisbona, che trova occupata delle truppe napoleoniche.

L’avanzata militare è stata devastante: Felix raggiunge la propria casa, e quasi non la riconosce tanto è stata razziata e crivellata. Il suo giardino è divelto, la biblioteca interamente trafugata, come anche gli erbari delle sue ricerche giovanili.
In un clima da dopoguerra il botanico Felix da Silva Avelar Brotero costruisce e ricostruisce vita e carriera nella società accademica portoghese, tanto ammirato quanto avversato dai suoi colleghi. Verrà nominato direttore dell’Orto Botanico di Coimbra, le cui serre ancora portano gli sfregi dalle furie napoleoniche. Brotero lo amplia e progetta daccapo, e integra pionieristicamente intere coltivazioni dedicate alla flora portoghese, in una ingigantita visione del suo perduto giardino.
Anche la Araujia Sericifera è presente presso la Serra Empirica sulle terrazze delle Industrie Fluviali di Roma Ostiense.
Zaelia Bishop è un artista nato a Roma nel '77.