52 playlists - 10 canzoni del 2002
L'Auditorium Parco della Musica di Roma viene inaugurato nel 2002. Photo by Massimo Virgilio on Unsplash

52 playlists: 10 canzoni del 2002

52 settimane, 52 playlists, 52 anni di musica.
Da gennaio a dicembre, ogni mercoledì presenteremo un anno di musica in 10 brani. Dal 1970 al 2021.
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Questa settimana, per le nostre 52 playlists, 10 canzoni del 2002.


52 playlists: 2002

52 playlists: 10 canzoni del 2002

A proposito delle canzoni di questa playlist

Walking With Thee è il singolo di maggior successo dei Clinic, la formazione di Liverpool che si esibisce indossando maschere chirurgiche in omaggio alla band di San Franciso The Residents.

Gli Interpool hanno scritto Obstacle 1 dopo aver scritto Obstacle 2. I titoli non si riferiscono al contenuto, ma al fatto che fossero i primi brani scritti dopo un blocco dello scrittore della band che durava da diversi mesi.

Riguardo Pilot, i Notwist hanno evidenziato l’importanza di certe influenze dub, in un album nel quale reinterpretano e miscelano stili di ogni genere: rock, elettronica, country.

Jesus Etc. si intitolava inizialmente Jesus Don’t Cry, ma il fonico e membro dei Wilco Jay Bennet scrisse per pigrizia sul CD della prima registrazione Jesus Etc. e il titolo rimase.

God Is in the Radio richiama chiaramente il concept dietro all’album Songs For the Deaf, il primo dei Queens of the Stone Age con Dave Grohl alla batteria e primo loro successo commerciale. L’album, infatti, si ispira ai continui viaggi del frontman Josh Homme nel deserto della California, durante i quali in radio continuavano a fare capolino stazioni a tema cristiano (la cui musica, per così dire, non lo esaltava granché).

KC Accidental era il nome di una delle band poi confluite nei Broken Social Scene, nello specifico quella formata da Kevin Drew e Charles Spearin.

Daniele Silvestri ha composto Il Mio Nemico nel 2001, subito dopo i fatti di genova.

The Seed (2.0) è una reinterpretazione fatta dai Roots con Cody Chestnutt di un brano dello stesso Chestnutt uscito nello stesso anno. I critici hanno avuto grandi difficoltà ad etichettare questa versione: Alexis Petridis ha scritto sul Guardian che si tratta di “un personale ibrido di rock distorto, hip-hop e soul psichedelico, benedetto da un fantastico ritornello”.

Al momento dell’uscita, Has It Come to This fece saltare sulla sedia diversi critici britannici. Su NME la definirono “il più originale e lirico rap britannico di sempre”, che segnava “una via rivoluzionaria per il garage inglese”.

Freedom è uno dei tanti bellissimi brani di Powers in Numbers, forse l’apice di quel movimento californiano che aveva emancipato la west-coast dal gangsta rap e dal G-Funk.


Nel frattempo, nel 2002…

Quest’anno si apre con l’Euro che comincia a circolare fra i cittadini europei, e con l’annuncio della bancarotta dell’Argentina. È l’anno del Social Forum di Porto Alegre della fine della guerra civile in Sierra Leone. È l’anno dell’elezione di Lula in Brasile e di Erdoğan in Turchia, e di Hu Jintao a segretario del Partito Comunista Cinese. Grazie alle pressioni internazionali, Amina Lawal scampa la condanna a morte per lapidazione. I primi prigionieri della guerra in Afghanistan vengono detenuti a Guantanamo.

In italia è l’anno del delitto di Marco Biagi e del cosiddetto Editto bulgaro di Silvio Berlusconi nei confronti di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi. A Roma si inaugura l’Auditorium progettato da Renzo Piano e si protesta con partecipazione contro le modifiche all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, mentre l’attenzione della cronaca per il delitto di Cogne segna nuovi standard di ossessione mediatica. Il Parlamento approva la legge Bossi-Fini sull’immigrazione, l’articolo 41 bis sul regime carcerario dei condannati per mafia e la modifica costituzionale che consente il ritorno in Italia dei Savoia.


< 20012003 >
Dai un’occhiata alle playlist già pubblicate.

Autore

Eva Pinter è una compilatrice di graduatorie, una sequenziatrice di eventi.

Non è una critica musicale, né una musicista professionista, né una book agent, né una venditrice di pianoforti. Eva Pinter non è il nome di un negozio di dischi.

Ama il suono del gesso sulla lavagna, la minestra troppo salata e avere le scarpe bagnate.

Scrive e assembla 52 Playlists in esclusiva per Biosfera, il blog delle Industrie Fluviali. Probabilmente a tempo pieno.