Le Case è un progetto che Patrizia Santangeli ha condotto durante le settimane di lockdown, in collaborazione con Massimo Calabro per la grafica e Francesca Povoledo per le traduzioni.
Le Case è un condominio immaginario i cui condomini sono persone reali, sparse per il mondo. Una raccolta di normalità domestiche in un contesto di anormalità pandemica, che, accostate le une alle altre, restituiscono la trama di nessi e dissonanze che legano le nostre vite.
Questo post è un breve racconto di questa esperienza, scritto dalla sua autrice.
Bello guardare la propria casa da lontano.
— Il talento di Mr. Ripley
Dei luoghi mi piace l’infinitezza. Perché l’invisibile sa raccontare la realtà meglio dei fatti, sa sorprendere e coinvolgere. I luoghi possono essere grandi o anche piccoli, misurabili in ettari o metri quadrati, e l’unico che ho trovato affascinante nel tempo del lockdown è stato quello che avevo sotto gli occhi: la casa.
Quell’involucro che tanto ci assomiglia, segnato fino a poco tempo fa dalla contraddizione: rifugio incontaminato dal virus e gabbia claustrofobica che ci ha costretto alla lontananza dalle persone amate e dall’aria aperta.
Ti rifai sempre il letto?
Dovrebbe farlo mio marito ma negli ultimi tempi non lo fa.
La casa di Antonella Rosa, Torino La casa di Elisa, Roma La casa di Marco, Latina La casa di Maria Chiara, Sant’Egidio (FE) La casa di Dontinella, Gragnano (NA) La casa di Tonino, Roma
Ma non volevo raccontare la mia casa. Volevo esplorare un posto che ancora non c’era, fatto con le case degli altri, altri che potevano essere conoscenti o sconosciuti. È così che ho pensato a un condominio, uno stabile immaginario dalla personalità accogliente.
Un condominio con le fondamenta sul web, dove per diventare inquilini bastava rispondere a un piccolo questionario di 15 domande e inviare una foto scattata in casa.
Sono stata fortunata: senza fatica l’invito è stato accolto da molte persone, anche all’estero. Ha funzionato il passaparola e la voglia di partecipare e di condividere quello che per alcuni mesi è stato l’unico mondo disponibile
Ad esempio, quando sono sul treno, faccio questo esercizio: guardo le case da lontano e immagino di vivere lì. Cosa vedrei dalla finestra di quella casa, come sarebbero i miei vicini, come passerei la domenica? Bello il giardino, potrei bere un tè all’ombra di un ulivo. In cucina scriverei una canzone che nessuno ascolterebbe mai. In camera da letto, prima di dormire, sarei lieta di essere protetta da un bel vento minaccioso. Sono tante le cose da fare nelle case degli altri.
Di cosa parli in ascensore?
Della prossima riunione di condominio
Tutto qui. Il resto l’hanno fatto gli inquilini con le loro risposte e le loro foto. Mi sono divertita a leggerle, a scoprire gli angoli di casa scelti per auto rappresentarsi. E chissà com’era l’angolo di casa opposto alla fotografia, quello che non vedremo mai.
Le domande erano uguali per tutti e questo ha contribuito a creare una forma di comunità: chi aveva già risposto curiosava nei questionari degli altri per scoprire nuove visioni casalinghe. Alla fine si sono conosciuti un po’ tutti.
Le Case, per ora, rimangono on-line. Ma il progetto potrebbe fare il giro, e riportare le Case nel mondo tangibile da cui sono arrivate.
Patrizia Santangeli è una filmmaker di Roma. Negli ultimi anni, l'approccio multidisciplinare alla creatività è stato al centro della sua ricerca e dei suoi linguaggi, dal video, all’audio, alla scrittura. Nuovi modi per conoscere e leggere il territorio e le persone che lo vivono, sono oggi i temi del suo lavoro.