Idee come pasta sfoglia: la visione di Riccardo Falcinelli
Making Puff Pastry. Dough ready before chilling.

Idee come pasta sfoglia

IMPRESSIONI DAL CREATIVE MORNINGS DI FEBBRAIO

Pasta frolla o pasta sfoglia? Quella che a prima vista sembra una catalogazione seducente ma fine a sé stessa, una specie di rock vs. lento in versione patisserie, si rivela presto un’intuizione congeniale per descrivere le dinamiche del processo creativo.

Un’intuizione che Riccardo Falcinelli, grafico editoriale a capo dello studio Falcinelli & Co. che progetta le copertine dei libri Einaudi, Minimum Fax e Laterza, ha condiviso con la platea del Creative Morning di oggi alle Industrie Fluviali.

Da un lato, dunque, la pasta frolla. Una massa nella quale convogliano assieme tutti gli ingredienti e che, dopo un’ora di riposo in frigorifero, è pronta.

Dall’altro la pasta sfoglia. Un primo impasto lasciato in frigo 30 minuti, che viene piegato su sé stesso come un fazzoletto e steso assieme a uno strato di burro. Poi di nuovo in frigo e quindi nuovamente fuori, per essere steso e piegato. E poi ancora. E ancora.

Un processo stratificato che è poi tangibile e visibile nella sfoglia finale, come le tracce delle ere geologiche nelle rocce sedimentarie.

E quando un processo è visibile, è più completa la comprensione che abbiamo delle scelte che hanno condotto al risultato finale.

È così che Falcinelli ha accostato il proprio modus operandi alla pasta sfoglia. Il primo passo è sempre lo stesso: invece di acqua, sale e farina c’è lo un file InDesign, l’ingombro di una copertina ed un titolo. 

Il tipo di font, il corpo e la posizione sono sempre gli stessi, all’inizio. Indipendentemente dal libro, Falcinelli comincia da questi elementi, e inizia quindi una serie di interventi interamente predeterminati. Posizione, allineamento, corpo e colore del testo vengono modificati secondo un iter preciso, che solo successivamente lascerà campo alla creatività del designer.

Un processo di cui tenere traccia, salvando ogni passaggio, come se fosse un singolo strato di una pasta sfoglia grafica. E queste tracce diventano fondamentali per avere termini di paragone da accostare al lavoro finito e motivare le scelte intraprese dal designer. Infatti, è più facile valutare la bontà di una soluzione, se posso confrontarla con un’altra.

Il fulcro del ragionamento di Falcinelli è proprio questo: lasciare impronte lungo il sentiero dell’ideazione. Una pratica per motivare con maggior chiarezza le varie decisioni e scelte stilistiche.

Ma c’è un’altra considerazione che emerge dal discorso di Falcinelli, ed è l’applicazione di una routine per superare l’impasse creativa. Iniziare a creare senza perdersi in ragionamenti, avviare un flusso tramite meccanismi prestabiliti. Una considerazione che vale non solo per la progettazione grafica, ma per ogni attività dell’intelletto che necessiti di creatività. Attività spesso invischiate nell’insostenibile difficoltà di cominciare.

Insomma, se devi preparare la colazione, per prima cosa inizia a prepararla, partendo dagli ingredienti di cui disponi.

Peraltro, ad un incontro tenutosi alle 8.30 del mattino davanti a una colazione fumante, pasta sfoglia e pasta frolla ci stavano proprio bene.

Autore

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