I fiori custodiscono un valore narrativo e relazionale che, trascendendo la semplice funzione decorativa, si compie nell’ascolto e nella rilettura dei desideri, dei luoghi, dei rapporti fra le persone.
Il viaggio è il terzo appuntamento con Flōrēre, una rubrica di Copihue Floral Studio che, prendendo di volta in volta spunto da un’installazione di floral design, immagina contaminazioni con la sfera intima, individuale o collettiva.

Flōrēre 03: nel viaggio.
Che cos’è quella cosa li?
Che la guardi e non ti spieghi.
Come fa, il fiore, a raccontare di sé, mantenendo la sua delicata armonia?
Dove trova tanta semplice bellezza?
Quella che ti toglie il fiato e ti disorienta, perché non sai e non ne riesci a trovare una spiegazione logica.
Quella cosa li? è ciò che mi lascia incollata davanti al mistero del floral design.
Quella domanda che sempre mi pongo e che mi fa proseguire nella ricerca e nella sperimentazione di ciò che del fiore non conosco. Di ciò che forse nemmeno altri hanno ancora scoperto. Di ciò che il fiore ancora non è: materia, mezzo, un tramite crudo. Non più orpello.
È un meccanismo che mi porta avanti e che sta per me nella ricerca della parte più intima del fiore: della sua tenacia, della sua determinazione, della sua energia. Che usa per rendersi capace di trasformazione. Oltre l’effimero.
Dimostrando e difendendo le sue fragilità.
Esattamente quelle che più mi portano ad esplorare il senso che muove le persone e ancora di più le comunità. Che traduco nella loro forza rigeneratrice. Di luoghi di vita. Di motore collettivo.
Dove le fragilità si mettono a confronto e vengono considerate come domande con le quali disegnare risposte. Per renderle finalmente parte indiscutibile dell’essere.
E proprio perché parte del tutto, le fragilità, sono indubbio elemento di equilibrio. Cercato, sudato e conquistato. Al di là del paradosso della perfezione. È così che l’armonia diventa indefinibile, impossibile da leggere nell’immediato e che per questo determina essa stessa la capacità di sopravvivenza ai pregiudizi catastrofici del bello come dato.
E dunque il bello non può che essere tale perché da scoprire, nascosto, misterioso.
Ecco, allora: quella cosa li? è la domanda alla quale forse non potrò mai dare risposta finale. E forse è esattamente questo che mi affascina del fiore. E delle persone. E che mi muove verso di loro.
Non potrò mai sapere fino in fondo che cosa li rende, davanti al mio cuore, capaci di una danza eterea. E ne cercherò sempre l’essenza nella loro forma espressiva.
Nella loro come nella mia.
Nel viaggio.
Leggi anche la fioritura e l’hanami, i primi capitoli nel viaggio di Flōrēre.
Copihue è uno studio di floral design, dedito alla partecipazione e promozione del senso contemporaneo di bellezza. In un modo semplice e diretto: con il fiore.
Quel fiore che, fragile e tenace, per un periodo naturale e incontrollabile impone il suo status, diventa un luogo catartico e coinvolge lo spettatore in un’esperienza esclusiva.
Copihue nasce da una casuale e fortemente voluta commistione fra professionalità differenti: tre donne, floral designer, con background nel mondo della psicologia, dell’innovazione culturale, della critica cinematografica e del fashion design.