Flōrēre: la Fioritura

Flōrēre: la Fioritura

I fiori e, più in generale, il floral design, custodiscono un valore narrativo e relazionale che trascende la semplice funzione decorativa. È un valore che si compie nell’ascolto e nella rilettura dei desideri, dei luoghi, dei rapporti fra le persone. E che assume i contorni di una storia che, guidata dalla materia, dai principi del design e dalla dimensione emozionale e partecipativa dei designer che la realizzano, si traduce in una installazione.
La Fioritura è il primo appuntamento con Flōrēre, una rubrica di Copihue Floral Studio che, prendendo di volta in volta spunto da un’installazione di floral design, immagina contaminazioni con la sfera intima, individuale o collettiva.


Flōrēre 01: La Fioritura.

Il fiore non è fine di ciò che sai, ma inizio di ciò che non ti aspetti.

Gabriela Grandi, Copihue Floral Studio.

Inauguriamo Flōrēre parlando della fioritura, del significato che le attribuiamo e, per estensione, del significato che diamo alla disciplina del floral design. Poiché è questo il filo conduttore che ci terrà insieme. 
La fioritura è un processo trasformativo. Che vede meccanismi e dinamiche del fiore (o di qualsiasi elemento organico) trovare nel tempo nuovi equilibri. Sempre più complessi. In un’inesorabile e naturale strada espressiva, che arriva al luogo comune della sua fine, nel frangente di massima freschezza del fiore: tale perché forse connesso con il nostro radicato bisogno di controllabile perfezione.

È questo, tipicamente, il senso della fioritura.

Flōrēre 01: la Fioritura

Ma il processo di trasformazione di un elemento organico non finisce in quel momento. Prosegue. Con uno stile generalmente poco apprezzato.  Quando infatti diciamo che un fiore non è più bello è perché percepiamo che sta morendo. Decretiamo che sta sfiorendo.
In realtà sta affrontando una nuova fase: una crisi e poi la sua metamorfosi.
Accade così che si disidrati, assumendo necessariamente nuove forme. Nuovi colori. Nuove texture. Nuovi volumi e nuove linee. Movimenti, vuoti, contrasti, spessori. Armonie inusuali. 

Cambia, dunque, in un fare incontrollabile e sorprendente. Perché la sua mutazione ascolta e plasma le condizioni di contesto. 
In uno spazio proprio, diventa forte del tempo. Sino a quando sceglie di rimanere fermo. Così. Nel suo ricercato stato di vulnerabilità. Tanto da diventare diverso da tutti gli altri e, dunque, unico. 
Con quella fragilità che alcuni decideranno di categorizzare come sfioritura. Ed altri come il culmine della sua personale leggerezza. 
Quella che rimane nella memoria.
Quella che ci restituisce le emozioni di un vissuto, di un’esperienza.
Quella che il fiore rappresenta, nella sua essenza e nella sua dimensione metaforica.

Per questo il fiore non è ornamento. Non ha il compito di abbellire. Ma di narrare le complessità.
Ed è allora per questo che lo amiamo in modo immediato e semplice. Sa raccontare, senza spiegazioni. Perché è.

Autore

Copihue è uno studio di floral design, dedito alla partecipazione e promozione del senso contemporaneo di bellezza. In un modo semplice e diretto: con il fiore.
Quel fiore che, fragile e tenace, per un periodo naturale e incontrollabile impone il suo status, diventa un luogo catartico e coinvolge lo spettatore in un’esperienza esclusiva.
Copihue nasce da una casuale e fortemente voluta commistione fra professionalità differenti: tre donne, floral designer, con background nel mondo della psicologia, dell’innovazione culturale, della critica cinematografica e del fashion design.