C'è un vuoto che i mercati da un lato e le amministrazioni pubbliche dall'altro non sono in grado di colmare. È dove si annidano risorse inutilizzate, talenti inespressi, bisogni insoddisfatti. E dove è possibile mettere in moto processi capaci di colmare quel vuoto e di mettere in relazione fra loro diverse componenti della società. Ecco, possiamo chiamare questi processi innovazione sociale.
Abbiamo parlato con Paolo Mai della Festa della Pedagogia Viva, la due-giorni ospitata dalle Industrie Fluviali e dedicata ai tanti temi che interessano le nuove frontiere dell’educazione.
Pensati appositamente per la comiunità creativa o per sole donne. Sulle spiagge thailandesi o sulle Alpi svizzere. A Manhattan o a Shangai. Passiamo in rassegna coworking molto diversi fra loro.
Ridurre qualsivoglia progettualità a una soluzione di emergenza, significa risolvere un problema, crearne degli altri e trovarsi impreparati al sopraggiungere di qualsivoglia sfida in grado di imporre un cambiamento.
Il corpo, le sensualità, le distanze prossemiche culturali che ci hanno affascinato tanto, ma anche le manualità, saranno certamente i temi del futuro ma con la certezza che non potranno essere più trattati nello stesso modo.
Audio sensoriali, videoracconti tradotti simultaneamente in LIS, degustazioni a domicilio: come Radici continua ad avvicinare l’innavicinabile nonostante il lockdown.
Il pensiero di Mumford e Vandana Shiva, la visione di Galileo e Facault, il coraggio di Grassi e Strehler: la cultura può e deve inserirsi nello scarto fra possibile e impossibile.